lunedì 23 settembre 2013

Yoga e salute olistica

Volontà e sviluppo delle qualità interiori 

Spesso mi chiedono una definizione dello Yoga, a cosa serve, perchè dovrei praticarlo ecc.
 Pratico questa disciplina da più di trenta anni e la insegno da una ventina e posso dire con serenità che mi ha più volte salvato la vita, intendendo per vita quella vera, non solo  quella biologica che ha sicuramente un enorme peso (senza la quale non potrebbe esservi coscienza dell'altra "vita") ma appunto la VITA maiuscola, quella fatta di sapere guardarsi dentro e sapere leggere e interpretare i propri  vissuti emotivi, quella fatta di respiri che portano lontano e di lavoro sui muscoli che invece di stancare rigenera e dà la carica.
Quindi ora, proverò a dare una ulteriore definizione di questa pratica per cercare di aggiungere ancora qualche elemento che possa nutrire  la vostra curiosità e possa incentivarvi a ....provare!

L'antica disciplina dello Yoga consiste in una scienza olistica che mira e reintegrare l'individuo e a riequilibrare tutte le sue sfere antropologiche: fisica, psichica e spirituale. Offrendo una conoscenza approfondita dei meccanismi mentali e dei condizionamenti dell'umano agire, lo Yoga può essere riscoperto ed applicato per riconquistare o rafforzare la salute globale e per sviluppare facoltà superiori latenti, con enormi benefici individuali e sociali.

Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e se, soprattutto, è un pò più chiaro il contenuto di questa antica pratica! 

Scrivetemi!

mercoledì 11 settembre 2013

Laboratorio 23/24 novembre 2013 - Bologna

"nè con te nè senza di te"


Viviamo in tempi  in cui  il termine "amore" viene menzionato per giustificare gesti estremi perpetrati ai danni dell'amato, arrivando a privarlo  della libertà di decidere e scegliere cosa è meglio per sè, e creando un controsenso in termini: amare uguale  "volere il bene dell'altro" vs amare legittimazione ad uccidere. 
Un mancato rapporto con sè stessi porta a scambiare la pretesa  per amore  e l'oggetto preteso per elemento indispensabile a sancire il nostro valore.
Ma l'altro non potrà mai darci un valore che non ci riconosciamo noi per primi, per cui finiremo per odiarlo perchè responsabile dei nostri dolori, della nostra pochezza e dei nostri fallimenti .
Ma tutto questo con l' amore c'entra ben poco è semplicemente uno specchio che riflette un'immagine che nonci piace.
 
In un rapporto adulto, l'altro non deve essere la nostra mezza mela ma una mela intera e completa già da sè. 
Non siamo due metà della stessa banconota perchè in quel caso senza l'altro non avremmo valore, siamo invece due banconote perfettamente spendibili anche separatamente così quando siamo insieme il nostro valore sarà anche maggiore e il collante non sarà il BISOGNO di stare insieme ma il PIACERE di farlo.

Allo scopo di imparare ad amare in maniera adulta è in programma un laboratorio il 23/24 novembre 2013 dove  cercheremo di affrontere in maniera esperenziale i vecchi modelli genitoriali (per comprendere dove abbiamo appreso ad amore) e i giochi di relazione che  tutt'oggi mettiamo in scena nel rapporto con l'altro.
Riconosceremo gli stili manipolativi che ci caratterizzano per poterci liberare dalla distorsione affettiva e  potere  riscrivere la nostra storia cominciando ad amare davvero .....prima di tutto noi stessi!  

giovedì 5 settembre 2013

Educarsi alla relazione

La relazione, un lavoro interiore


"In ogni relazione che andiamo ad intessere, da quella più superficiale e lontana a quella più profonda e vicina, difficile che non sia attraversata da una qualche dinamica che non riguarda direttamente uno scambio di realtà . Le relazioni sono “fatte” per una buona percentuale da dinamiche che hanno a che fare con processi inconsci.
Qualcuno può affermare di ritenersi esente ? Si pensa che nelle relazione di coppia, ad esempio, tutto ( i sentimenti, i valori, le aspettative, le credenze, etc) sia da subito espresso, dichiarato e alla luce del sole ?  Si pensa davvero che esistano coppie, famiglie ma anche relazioni d'aiuto in cui non operano meccanismi e schemi inconsci ? Chi lo pensa crede che solo nella patologia si trovano questi inghippi mentre per il resto tutto è ok, tanto più se uno è un professionista, un counselor. Mi piacerebbe che molti medici, psicoterapeutici, educatori, counselor esprimessero come vivono la loro relazione di coppia, la relazione con i loro figli e con i clienti; non so se emergerebbe un panorama così  lineare, ricco di armonia, serenità, pace e amore.
Chi può dirsi esente dai condizionamenti operanti dentro di lui e avvenuti nella lontana infanzia ? Chi crede che solo il livello del pensiero e della volontà  possano piegare le forze emotive interne ? In un mondo educativo dominato, per la gran parte, dall' ignoranza, chi può dire di non essersi sentito ferito, umi! liato, abbandonato o tradito? Ecco che, in questa e ricerca e l' elaborazione  interiore delle nostre risposte emotive inconsce  che si  “attivano” nella relazione, debbano diventare l' oggetto privilegiato su cui interrogarsi e  riflettere, con la maggiore onestà possibile e il massimo dello sforzo. Credo che questa riflessione e questa presa di coscienza non sia più rimandabile: la ricerca interiore dei nostri bisogni e sentimenti inconsci che emergono dalle relazioni che instauriamo come tratto fondamentale dell' avvio di una vera cultura delle relazioni e dell' empatia.
Il counselor diventa, come modello di “educatore”, un esempio di come si possa, con coraggio, impegno e umiltà svolgere l' analisi di questi processi, molto spesso inconsapevoli,  mettendosi in gioco come persona! , in tutti gli aspetti della sua vita : coppia, famiglia, professione. Il counselor sa, per esperienza personale, che la relazione è un luogo di possibili inasauribili nutrimenti ma anche di  tempeste e turbolenze, spesso, anche molto intense.
Il “lavoro interiore” ci insegna a trovare una rotta, ad identificare le componenti in gioco, disidentificarsi e autoidentificarsi."

mercoledì 4 settembre 2013

Lavorare con la Gestalt


Cosa????


Il mio lavoro di counselling si avvale dell'utilizzo delle tecniche della Gestalt ovvero si avvale di un metodo in cui presenza, consapevolezza e responsabilità sono i presupposti fondamentali del processo di crescita.

In questo percorso possiamo dare un significato, oggettivo e soggettivo, alla nostra esistenza nel mondo.

La Gestalt è, in parole povere, un modo di porsi in contatto con la vita.

E' una pratica che riconosce alla consapevolezza il potere di scegliere e convogliare le nostre energie nel presente e nell'esperienza del contatto con gli altri.

Nel "qui e ora" la Gestalt riconosce la sola dimensione in cui l'essere umano ha potere.

Focalizzarsi sulla relazione in atto e presente col cliente, è un intento ambizioso, ma è anche la strada più diretta per far uscire in modo visibile meccanismi distorti di relazione e difese psicologiche verso figure di riferimento disturbanti.

L'attenzione alla relazione è anche il sistema più consapevole e d'impatto per generare nel cliente un'esperienza emozionale correttiva dei traumi da cui ancora continua a proteggersi.


Ma parlando più semplicemente, nella simulazione del contatto con l'altro riusciamo a ricreare emozioni e sentimenti

Accettare il proprio vissuto, soprattutto emozionale, nel proprio presente e nella relazione è il passaggio centrale e indispensabile.

Il contatto interpersonale suscita sentimenti che veicolano energia.
Nel contatto con l'altro, l'espressione di sé produce libertà. Questa libertà permette alla creatività di sostituire le strategie e gli schemi di adattamento difensivo.
In questo modo la nostra esistenza si prospetta come un cammino di scelta responsabile, che unifica le nostre esperienze, la nostra vita organismica, con quello che "accade" nel mondo attorno a noi.
La consapevolezza nasce dalla capacità di osservazione e di ascolto, di se stessi oltre che degli altri. Essa nasce in primo luogo dall'esperienza del contatto, con l'ambiente, con le persone e con le proprie esperienze vitali, fisiche ed emozionali.
L'energia sostenuta dalle emozioni quando le diamo forma espressiva, diviene realtà percepibile, permettendo uno scambio migliore fra l'essere umano e il mondo esterno.
Attraverso la creatività, i problemi, in quanto situazioni di impasse di schemi ripetitivi, trovano soluzioni che nascono da nuove configurazioni.
Gli ostacoli nella propria realizzazione o le difficoltà di relazione possono così diventare occasioni per trasformare in modo più maturo e responsabile la propria realtà.